Donne velate, piscina e corruzione

wecandoittoobytuffix-d5efu7fNelle scorse settimane, la piscina comunale di Venezia-Mestre ha varato un esperimento: per consentire alle donne che portano il velo di accedere alla struttura, hanno riservato a loro (e a tutte le altre, pure con i bambini) l’ingresso per  un paio d’ore, quattro domeniche consecutive. Apriti cielo: i paladini della modernità, anti oscurantismo, difensori delle donne (?!) e bla bla bla hanno picchettato l’ingresso alla piscina, chiamato in causa le autorità comunali, costretto la polizia anti sommossa all’intervento. Il governatore della Regione, Zaia, ha parlato di inacettabile processo di islamizzazione iniziato con le polemiche sul crocefisso in classe (la cui rimozione, peraltro, era stata chiesta da una donna atea d’origine filandese). Insomma, un putiferio. Capisco: le donne con il velo sono un elemento destabilizzante, inquietano, spingono la gente a prendere posizione, a scendere in piazza. E’ un problema grave, altro che l’ennesimo scandalo per corruzione di cui si sono resi colpevoli i più alti gradi dell’amministrazione locale, sindaci, governatori ecc. Per lo scandalo del Mose nessuno scenderà in piazza: per le donne velate in piscina, sì.