Contemporaneamente alla Fiera del Libro di Torino si sta svolgendo l’analoga manifestazione a Tehran, una della maggiori d’Asia per importanza e partecipazione. L’afflusso di pubblico e’ impressionanante, tanto da attirare pure, da qualche anno, una sempre piu’ nutrita partecipazione internazionale. Vi sono molti editori stranieri, soprattutto dal mondo anglosassone, che partecipno a titolo privato, ma vi sono anche espositori ufficiali da realta’ vicine (Afghanistan, Armenia, Turchia) nonche’ da aree piu’ remote. Se la presenza di paesi quali la Cina, la Sierra Leone, il Brasile e la Bosnia testimoniano le piu’ o meno recenti amicizie tra queste nazioni e l’Iran, i padiglioni di Francia, Svizzera e quello della Buchmesse di Francoforte fanno risaltare ancor piu’ la malinconica assenza di uno italiano. Certamente non possiamo competere con l’interesse suscitato fra i giovani iraniani dalle pubblicazio tecnico/scientifiche di Elsevier o dalle edizioni Springer; ma la nostra letteratura e’ assai amata sull’altopiano, prova ne sono le numerose traduzioni in persiano di Calvino, Buzzati, Silone e di altri grandi letterati nostrani. La nostra assenza da questa importante manifestazione non fa che sottolineare una certa nostra provincialita’ nonche’ l’eterna mancanza di lungimiranza, non solo culturale.